Proteggere il lupo significa garantire ecosistemi sani e il nostro benessere

Settembre 25, 2023

Dopo che la Commissione Europea ha annunciato l’intenzione di rivedere lo status di protezione del lupo, un enorme movimento di istituzioni, ONG e privati cittadini in tutta Europa e oltre si è coalizzato per informare che si tratta di una decisione sbagliata e si è adoperato per evitarla. Sono queste le ragioni di Rewilding Apennines – consegnate alla Commissione Europea e alla signora Von der Leyen – per cui la tutela del lupo, invece, dovrebbe essere mantenuta alta.

Tre esemplari di lupo appenninico.
Bruno D'Amicis

 

22 settembre 2023

 

Egregi della Commissione Europea, Egregia Presidente Von der Leyen,

 

Rewilding Apennines vuole esprimere la sua profonda preoccupazione per le ultime discussioni volte a ridurre lo status di protezione del lupo nell’Unione Europea e per la recente rivendicazione della Commissione Europea su questa specie.

Consapevoli del ruolo cruciale dei predatori apicali per il sano funzionamento degli ecosistemi, riteniamo che la Commissione Europea dovrebbe investire risorse finanziarie sul miglioramento della biodiversità, non per attaccare uno dei principali attori nel mantenimento degli ambienti sani a causa dell’impatto su alcune attività di allevamento e caccia. Sappiamo che la Commissione sostiene l’agricoltura e l’allevamento con diversi strumenti finanziari. Il più rilevante, la Politica Agricola Comunitaria (PAC), ha stanziato 387 miliardi di euro di finanziamenti per il periodo 2021-2027, mentre la Commissione finanzia azioni a sostegno della biodiversità attraverso il programma LIFE per soli 5,4 miliardi di euro (1,4% della PAC) per lo stesso periodo. Questo divario non può essere aggravato riducendo lo stato di conservazione di una specie che è la principale icona della natura selvaggia, parte del patrimonio naturale e culturale di tutti gli europei, ma ci aspetteremmo un maggiore coordinamento tra i due programmi di finanziamento per garantire sia l’allevamento di bestiame sia la conservazione del lupo, invece di esacerbare i conflitti avviando gli abbattimenti.

Una vacca faccia a faccia con un adulto maschio di lupo appenninico mentre si nutre su una carcassa di cavallo.
Bruno D'Amicis

Infatti, così come è dimostrato che la pena di morte non riduce gli omicidi, l’abbattimento dei lupi non garantisce una riduzione dei danni al bestiame, a meno che l’obiettivo non sia l’eradicazione totale dei lupi, il che significherebbe un cieco ritorno al passato, una totale dimostrazione di inciviltà e intolleranza che speriamo l’UE non voglia sostenere. Inoltre, gli abbattimenti e le quote di caccia possono aumentare le uccisioni illegali, soprattutto se manca il controllo della polizia nelle aree selvagge a causa della loro difficile accessibilità e della carenza di fondi (e talvolta di volontà) da parte delle autorità locali.

Uno spargimento di sangue regolare è il modello di vita e di gestione della fauna selvatica che i governatori dell’UE stanno promuovendo? È questa l’eredità che vogliamo lasciare alle generazioni future: far prevalere alcuni interessi economici settoriali sulla conservazione della biodiversità a discapito del lupo e del resto dei cittadini europei?

Dopo aver riabilitato la reputazione di questo nobile animale, noi europei stiamo replicando gli errori del passato denigrando la fama dei lupi per giustificarne il “contenimento” o la distruzione? L’economia orienta sempre le scelte politiche, sociali ed etiche?

Come Rewilding Apennines ha sperimentato in questi anni ritrovando diversi esemplari morti, i lupi vengono già uccisi sia illegalmente da avvelenamenti e bracconaggio, sia accidentalmente da collisioni con veicoli. Invece di risolvere questo problema riducendone la protezione, l’UE dovrebbe incoraggiare e sostenere finanziariamente tutte le azioni volte a prevenire e reprimere il bracconaggio e mitigare i rischi di collisioni tra veicoli e fauna selvatica, che rappresentano una minaccia sottovalutata per la biodiversità nel suo insieme. Fondi su misura potrebbero essere assegnati agli allevatori di bestiame per compensare i danni causati dai lupi, anche prima che si verifichino, come una sorta di “tassa di convivenza con il lupo” a condizione che non vengano segnalate attività illegali, o incentivare gli agricoltori che stanno adottando con successo le migliori pratiche “a misura di lupo” invece di accontentare le persone che non credono in alcuna forma di convivenza incoraggiandole a premere il grilletto o ad armare una trappola.

Le ONG, alcune aree protette e altre autorità locali illuminate stanno fornendo recinzioni elettriche, cani da guardia e persino volontari per supportare gli allevatori nelle misure a prova di lupo. Se implementati correttamente, i dispositivi di prevenzione dei danni si rivelano estremamente utili, come possono dimostrare Rewilding Apennines e la sua organizzazione partner Salviamo l’Orso dopo aver installato circa 400 recinzioni elettriche nell’Appennino centrale italiano, per lo più con risorse proprie, per prevenire danni da orsi e lupi. Tuttavia, questi strumenti dovrebbero essere integrati dall’educazione sulla convivenza uomo-lupo nelle scuole e nelle città. La Commissione dovrebbe investire nella formazione degli allevatori e dei cacciatori sull’ecologia e sull’etologia del lupo, incoraggiando lo scambio di esperienze tra gli allevatori e i cacciatori che stanno attuando le migliori pratiche di convivenza uomo-lupo e coloro che faticano ad adottarle, forse perché il lupo si è appena insediato nel loro territorio, trasformandoli in ambasciatori del lupo anziché concorrenti.

È stato dimostrato che quando i cani da guardiania sono utilizzati per gestire il bestiame, il numero degli attacchi dei lupi si riduce e, di conseguenza, quello dei conflitti uomo-lupo.
Bruno D'Amicis

Noi esseri umani possiamo imparare moltissimo convivendo con i grandi carnivori. In quanto predatori all’apice, possono evidenziare gli errori del nostro modo di vivere con e nella natura. Possono mostrarci quanto sia insostenibile il nostro modo di allevare il bestiame se per farlo abbiamo bisogno di un paesaggio completamente dominato dall’uomo, quanto sia imperfetto il nostro modo di gestire i rifiuti se attirano la fauna selvatica negli insediamenti urbani o i cani in libertà se causano danni – spesso più gravi di quelli fatti dai lupi e possono causare ibridazione con i lupi. La Commissione Europea è disposta a rinunciare a questa conoscenza e a diventare la sentinella di questi errori perché incapace di risolverli? È questo il modo di affrontare le sfide nelle nostre società apparentemente civilizzate?

A meno che non riconosciamo che le popolazioni di lupi sono aumentate in un modo che poteva essere inimmaginabile fino a pochi anni fa, ciò dimostra la grande resilienza delle specie e degli habitat europei e come una storia di difficile convivenza possa trasformarsi in un successo di conservazione nel momento in cui attribuiamo alla fauna selvatica il proprio diritto di prosperare.

Come tutti gli animali con le zanne è vero che i lupi possono essere potenzialmente pericolosi per l’uomo, sebbene il rischio di predazione sugli esseri umani sia estremamente basso anche rispetto agli animali da reddito. Ciò non giustifica i timori che alcune persone, contrarie ai lupi per interessi personali, diffondono nei confronti di questi animali.

Inoltre, il rischio di essere attaccati dai lupi può essere ulteriormente ridotto attraverso campagne di sensibilizzazione – rivolte ai cittadini e alla stampa, che spesso mistifica i fatti per rappresentare il lupo cattivo – e non istigando le persone contro questo animale che ci fornisce servizi ecosistemici insostituibili, come mantenere le popolazioni di ungulati selvatici in equilibrio e in modo più efficiente rispetto ai cacciatori, il cui interesse è spesso quello di far crescere le popolazioni di ungulati selvatici a proprio vantaggio, scontrandosi con le esigenze degli agricoltori.

Inoltre, per gestire i conflitti con i grandi carnivori andrebbe impiegato personale professionale con il preciso scopo di aprire la strada alla convivenza, creando le condizioni per il benessere delle persone e degli animali.

Esiste un’economia basata sull’osservazione della fauna selvatica che trae vantaggio dalla presenza del lupo. Ciò dovrebbe dimostrare che i “problemi” possono essere trasformati in risorse con molte meno esternalità negative rispetto ad altri più impattanti, in termini di impronta ecologica, come l’allevamento del bestiame e la caccia.

I lupi sono i migliori regolatori naturali delle popolazioni di erbivori in un territorio.
Bruno D'Amicis

Non possiamo credere che la Commissione Europea voglia prendere posizione contro la conservazione del lupo e contro tutte quelle attività che abbiamo menzionato in questa lettera e che affermano che vivere con i lupi è possibile e ancora più vantaggioso per l’ambiente e per noi stessi che vivere senza il lupo o con una popolazione di lupo che viene (ulteriormente) gestito.

Ci auguriamo che la Commissione Europea cambi il proprio approccio nei confronti del lupo e crei opportunità per coesistere invece di competere.

 

 

Distinti saluti,

Mario Cipollone, Team Leader

e il team di Rewilding Apennines