La natura è meravigliosa! Quando lasciati gestire autonomamente, i processi naturali iniziano a funzionare in modo più efficace. Tali processi includono il pascolo naturale, il ruolo di predatori e spazzini, le inondazioni naturali e la connettività ecologica tra i paesaggi.
Processi naturali
Quando la natura funziona correttamente, fornisce un’abbondanza di beni e servizi che a volte diamo per scontati, tra cui aria pulita, acqua dolce, stoccaggio del carbonio e prevenzione delle inondazioni. Ci dà di tutto, dal carburante e il cibo alle medicine e ai materiali da costruzione.
Funzionare correttamente significa che la natura è libera di lavorare indisturbata in tutta la sua straordinaria e bellissima complessità. In questo ambito, i processi naturali sono guidati dai sistemi della Terra e dalle specie che fanno ciò per cui si sono evolute nel corso dei millenni. Ad esempio, la predazione da parte dei lupi aiuta a controllare grandi popolazioni di erbivori.
Questo numero controllato ha un impatto sulla qualità del pascolo naturale e sulla salute dei fiumi e aiuta migliaia di specie a prosperare nelle nostre praterie. Sebbene possiamo condurre ricerche e analisi, non possiamo mai comprendere appieno il vasto e intricato funzionamento della natura. Tuttavia possiamo osservare. E possiamo capire che la natura è il miglior gestore dei processi naturali.
Paesaggi funzionali
I processi naturali svolgono un ruolo fondamentale nel dare forma ai paesaggi e agli ecosistemi. Tali processi includono inondazioni, condizioni meteorologiche, calamità naturali, pascolo naturale, predazione e riciclo della sostanza organica. Tutti questi processi sono fortemente correlati; più sono equilibrati in un determinato ambiente, più l’ambiente stesso è resiliente e ben funzionante nei confronti dei cambiamenti.
Stiamo creando spazio per processi naturali come la rigenerazione delle foreste, fiumi che scorrono liberi, la presenza di erbivori e carnivori per avere un impatto sugli ecosistemi e quindi diversificare gli ambienti. In tutta Europa l’interazione di questi processi porta a paesaggi in continua evoluzione piuttosto che ad habitat fissi. Una foresta oggi può essere una prateria in pochi anni e viceversa. Comprendere questa dinamica – gli habitat in continua evoluzione nello spazio e nel tempo – è la chiave per preservare la ricca biodiversità dell’Europa.
Accrescere la biodiversità
L’Italia è il Paese con il più alto tasso di biodiversità in Europa. Nell’Appennino centrale, in particolare, le caratteristiche geomorfologiche e climatiche hanno determinato l’evoluzione di un’ampia varietà di ambienti e specie (molte sono endemiche). Fare rewilding in Appennino centrale significa limitare le minacce antropiche a questa abbondante biodiversità.
Il nostro impegno è focalizzato sul miglioramento della convivenza uomo-fauna selvatica e sul lavoro per la conservazione delle specie e dei loro habitat. Il camoscio appenninico, l’orso bruno marsicano, il grifone, il lupo appenninico, la lontra europea, il gambero di fiume sono alcune delle specie chiave il cui ritorno e la cui diffusione favorirebbero il ripristino delle catene trofiche e stimolerebbero i processi naturali.
Ripristino ambientale
L’impatto umano sugli ecosistemi naturali può essere mitigato al fine di ripristinare la piena funzionalità. Il nostro impegno per il ripristino ambientale nell’Appennino centrale si concentra sulla rimozione del filo spinato abbandonato decenni fa sulle montagne e sulla pulizia delle discariche abusive, che è un problema attuale. Dagli anni ’50 agli anni ’90 del secolo scorso il Corpo Forestale ha compiuto uno sforzo concertato per rimboschire milioni di ettari di montagne pericolosamente denudate, dopo secoli di uso eccessivo. Per proteggere milioni di giovani alberi appena piantati, hanno coperto le montagne con centinaia di migliaia di chilometri di filo spinato. Dopo che gli alberi sono cresciuti e le foreste si sono rigenerate, il filo spinato è stato lasciato sul posto.
Oggi queste lunghe matasse sono un detrattore estetico oltre che un elemento pericoloso per la fauna selvatica e gli esseri umani. Questo è il motivo per cui siamo motivati a rimuoverlo, passo dopo passo, in un lungo processo continuativo che coinvolge volontari e comunità locali. Combattere la scarsa sensibilità ambientale delle persone e la loro percezione distorta dei beni comuni è una vera sfida culturale, ma vale la pena perseguirla. In questo senso, contribuiamo alla bonifica delle discariche abusive nei boschi, lungo sentieri, fiumi e alcune strade. Crediamo che questo sia il modo migliore per sensibilizzare ed educare le persone al rispetto della natura.
La specie ombrello
L’orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus) è una sottospecie unica di orso bruno che si trova solo in un’area limitata dell’Appennino centrale, con circa 60 individui rimasti. È quindi classificato come “in pericolo critico” di estinzione dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). Per questi motivi è tutelato dalla legislazione italiana ed europea.
Prima di diventare una specie protetta, è stato oggetto di una caccia spietata che l’ha portato quasi all’estinzione. I fattori principali che minacciano l’orso marsicano sono la mortalità indotta dall’uomo, la perdita di habitat, le malattie infettive trasmesse dagli animali domestici, i decessi su strade e ferrovie, e ovviamente la ridotta dimensione della popolazione che può causare depressione da consanguineità, portando a una minore fertilità e a una maggiore vulnerabilità alle malattie.
L’orso bruno è presente nella cultura umana da tempi immemorabili, attraverso rituali, miti, leggende e racconti popolari. Alcuni considerano l’orso pericoloso, altri un animale molto speciale! Vedere l’orso è il sogno di molti! È un simbolo di coraggio, forza e persino affetto. L’orso è un animale affascinante e misterioso, l’incarnazione della natura selvaggia. Per alcuni, tuttavia, vedere gli orsi in aree abitate o fronteggiare la perdita e il danneggiamento di raccolti o di bestiame non è un piacere. Non dovremmo quindi né santificarlo, né demonizzarlo, ma dobbiamo capire che la convivenza con gli orsi è possibile seguendo poche semplici regole.
I nostri sforzi per proteggere l’orso bruno marsicano si concentrano per ridurre le minacce antropiche per la specie, principalmente nei corridoi ecologici tra le aree protette, per migliorarne la qualità e la connettività dell’habitat, per mitigare il conflitto uomo-orso attraverso misure di prevenzione dei danni e per coinvolgere le comunità locali, talvolta rendendole partecipi direttamente nelle azioni di conservazione.
I nostri principali risultati
- La strategia di rewilding si concentra sul collegamento delle aree protette esistenti (il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise con il Parco Regionale Sirente Velino a nord, a est con il Parco Nazionale della Majella e ad ovest con il Parco Regionale dei Monti Simbruini) attraverso i cosiddetti “corridoi di coesistenza”, con l’orso bruno marsicano come specie chiave.
- Negli ultimi quattro anni, la natalità dell’orso bruno marsicano ha registrato cifre molto incoraggianti: nel 2016 sono nati 12 cuccioli di orso, nel 2017 10, nel 2018 erano 11 e nel 2019 si è registrato il maggior numero di cuccioli di orso bruno marsicano contati Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e nella sua zona di protezione esterna: 20! Negli anni precedenti, questa produttività era inferiore. Inoltre, nel 2020 si è verificata la nascita eccezionale di 4 ciccioli da un’orsa.
- Questi corridoi sono aree geograficamente definite in cui l’attenzione si è concentrata sulla mitigazione dei conflitti tra uomo-orso e sullo sviluppo di attività locali basate sulla natura che possono anche avvantaggiare la fauna selvatica.
- I corridoi vengono monitorati utilizzando fototrappole e osservazioni dirette della fauna selvatica effettuate da operatori di campo e volontari.
- Nel 2020 è iniziato il monitoraggio dei Monti Ernici in accordo con la Cooperativa Ent dei Monti Ernici e con la Riserva Naturale Zompo Lo Schioppo. Sono state installate 15 fototrappole. I risultati di questo monitoraggio aiuteranno a sensibilizzare sulla ricchezza di biodiversità dell’area dei Monti Ernici e sosterranno il progresso di Bear Smart Community Valle Roveto.
- Grazie alla proficua collaborazione con Sensing Clues, nel 2020 sono state raccolte un totale di 2255 osservazioni con l’app Cluey. Tra questi, in particolare il team e i volontari SLO hanno marcato 226 rilevamenti relativi agli orsi, 90 ai rapaci, 91 ai lupi, 276 ai cervi (sia caprioli sia cervi) e 95 animali mortalmente investiti da automobili.
- Nel 2020, il team di RA e i volontari di SLO hanno aiutato la Riserva Naturale Monte Genzana Alto Gizio a raccogliere 15 campioni di peli di orsi per le analisi genetiche.
- Ripristino degli habitat nel 2020 mediante iniziative di pulizia, rimozione del filo spinato, miglioramento delle fonti di cibo per gli orsi recuperando i frutteti inutilizzati:
- 4 pozzi per la raccolta dell’acqua in montagna sono stati messi in sicurezza.
- Sono stati rimossi 13.680 m di filo spinato.
- 60 alberi da frutto potati per valorizzare le risorse alimentari degli orsi grazie al coinvolgimento di almeno 25 volontari.
- Nel 2021, sono stati installati 65 dispositivi di prevenzione dei danni da orsi: 55 recinzioni elettriche e 10 porte metalliche a prova di orso. Come risultato, nessun danno è stato riportato nella Bear Smart Community Genzana e nella Bear Smart Community Alto Molise.
- I corridoi sono monitorati tramite fototrappole e le osservazioni della fauna selvatica sono effettuate da agenti sul campo e volontari. Nel 2021, le attività sul campo sono state svolte con l’aiuto di 62 volontari da 12 paesi.
- Nel 2021, il monitoraggio sistematico del gatto selvatico si è svolto con l’aiuto dei Carabinieri Forestali e della Riserva Naturale Monte Genzana Alto Gizio e assistito dai volontari. I risultati sono incoraggianti: 37 avvistamenti di gatto selvatico europeo in 9 siti all’interno dell’area di monitoraggio del gatto selvatico e più di 50 avvistamenti in 16 siti fuori dall’area di monitoraggio.
- Grazie al team e ai volontari sono state registrate 2.047 osservazioni relative alla fauna selvatica utilizzando le applicazioni di raccolta dati sul campo e 5.676 animali sono apparsi nei filmati delle trappole fotografiche.
- Nel 2021, gli habitat di rewilding sono stati migliorati attraverso varie misure di sicurezza, iniziative di pulizia e rimozione del filo spinato:
- 6 siti d’acqua pericolosi sono stati resi sicuri
- Sono stati rimossi più di 24 km di filo spinato
- Per quanto riguarda il grifone nel 2021, Rewilding Apennines insieme ai Carabinieri Forestali, ha monitorato 380 siti di roosting e carcasse e ha dotato 33 individui con trasmettitori GPS.