Lirica selvaggia – Il sogno di un suono più selvaggio per il fiume Liri
Costruire un bagaglio di conoscenze sul flusso di lavoro necessario per giungere alla concreta rimozione di barriere fluviali e costruire una rete di collaborazioni con le autorità locali per rendere futuri smantellamenti di barriere su fiume Liri più facili e veloci.
Introduzione
Il fiume Liri è famoso per essere stato gestito già in epoca romana. A circa 110 km a monte della foce, il fiume passa per quello che una volta era il Lago del Fucino, separato dal bacino lacustre dalla cresta del Monte Salviano. L’imperatore Claudio fece scavare una galleria attraverso il crinale per drenare il lago, che non aveva uno sbocco naturale, verso il Liri. L’imperatore Adriano proseguì l’opera del suo predecessore cercando di migliorare i lavori, ma, dopo la caduta dell’impero romano, il tunnel venne abbandonato e fu ostruito da limo e detriti. Il Lago del Fucino si riempi nuovamente d’acqua. Solo negli anni Sessanta del XIX secolo fu completata una nuova galleria, attraverso la quale ancora oggi le acque del lago defluiscono nel Liri.
Nella Seconda Guerra Mondiale, durante la Campagna d’Italia, la Linea Gustav presidiata dalle truppe tedesche seguiva proprio la valle del Liri. Oggi gli habitat naturali dell’alto Liri sono disseminati di centrali elettriche e sbarramenti, che rendono difficile la vita dei pesci.
Rimuovere queste barriere significherebbe migliorare la qualità delle acque e degli habitat di diverse specie ittiche autoctone, che hanno un forte valore economico e conservazionistico, tra le quali Salmo trutta trutta, Gobio gobio, Squalius lucumonis, Barbus fucini, Rutilus rubilus, Telestes muticellus.
Il fiume è parte dell’area rewilding dove oepra Rewilding Apennines ed è strategico anche per il ritorno della lontra eurasiatica, una specie di grande valore per la conservazione. Inoltre è vitale per altre specie minacciate e protette di uccelli e di mammiferi, come l’orso bruno marsicano, in pericolo critico, o come il lupo, il gatto selvatico, la puzzola e diversi ungulati.
Infine, il fiume Liri e la sua valle sono anche un importante corridoio ecologico per la fauna terrestre che si muove tra il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise a est e i Monti Simbruini-Ernici a ovest.