L’azione
Grazie a un finanziamento di Open Rivers Programme, Rewilding Apennines ha realizzato nell’autunno 2024 la prima iniziativa di rimozione di barriere artificiali nell’Appennino centrale, nel territorio protetto dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. L’intervento ha previsto la demolizione di cinque briglie in cemento e dei relativi muri spondali, consentendo la riconnessione di 11,2 km di fiume. È un’azione pilota inedita in questa regione regione, concepita per offrire un modello operativo e amministrativo replicabile in altri contesti simili.
La rimozione delle barriere sul fiume Giovenco rappresenta un passo concreto verso la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua dell’Appennino e un contributo diretto al raggiungimento degli obiettivi della Strategia Europea per la Biodiversità e della Missione Restore our Ocean & Waters per la protezione degli ecosistemi acquatici.
Perché rimuovere queste barriere?
La rimozione di queste 5 barriere porterà importanti benefici per l’ecosistema del fiume Giovenco. In particolare, faciliterà la migrazione di pesci e macroinvertebrati – come la trota mediterranea e il gambero di fiume autoctono – aumentando la diversità genetica e migliorando la salute delle popolazioni, ripristinerà il flusso naturale dei sedimenti attraverso i processi di erosione e deposizione, migliorerà la qualità e la varietà degli habitat a vantaggio delle specie acquatiche e della vegetazione ripariale, e accrescerà la resilienza del fiume nei confronti delle piene. Stimiamo inoltre che gli effetti positivi possano estendersi per circa 25 km a valle, innescando un “effetto domino” ecologico di più ampia portata.
Un fiume che torna a scorrere libero non è solo un successo ambientale, ma anche un’opportunità di crescita e consapevolezza per le comunità locali che da secoli convivono con queste preziose risorse naturali.