Giov & Go – Verso un Giovenco libero di scorrere
In preparazione la rimozione di cinque dighe nell’area appenninica: il primo progetto di rimozione di uno sbarramento in Italia
Introduzione
Il fiume Giovenco è un corso d’acqua di 44 km che nasce in un’area ricca di sorgenti. Attraversa i paesi di Bisegna, Ortona dei Marsi e Pescina, confluisce nel canale collettore del Fucino detto “Immissario Torlonia”, per poi sfociare nel fiume Liri. Il Giovenco è alimentato da molte sorgenti, sia stagionali sia perenni, captate per l’uso domestico e industriale dell’acqua e per alimentare l’acquedotto. Nella parte terminale del corso montano, nei pressi dell’abitato di Pescina, il flusso del fiume è bloccato da uno sbarramento che serve a immagazzinare l’acqua per l’irrigazione; più a valle si trasforma in un corpo idrico fortemente modificato, regimentato e cementificato, che confluisce nel canale di bonifica del Fucino.
Nel 2000, l’ampliamento del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ha incluso la Valle del Giovenco. La posizione del fiume, che si estende verso la piana del Fucino, ha un ruolo di primo piano per la conservazione della natura di questo territorio. Rappresenta infatti un corridoio naturale che collega la vasta area del versante meridionale del Parco Nazionale con i massicci del Sirente e del Velino a occidente, protetti dal Parco Regionale Sirente-Velino.
Come accennato, nel suo tratto montano il corso d’acqua presenta ancora un’ alta naturalità ed è caratterizzato da fasce ripariali continue. Mentre lungo la valle 15 piccoli sbarramenti, tutti concentrati in soli 25 km, ne frammentano il flusso. Alcuni di questi sbarramenti sono ancora in uso, come quelli a servizio dell’acquedotto e dell’impianto di irrigazione, altri sono inutilizzati e altri ancora hanno probabilmente perso da tempo la loro funzione.
Tutti interrompono la continuità del fiume.