Un nuovo finanziamento per promuovere il recupero di specie chiave nell’Appennino centrale

Febbraio 1, 2022

Il finanziamento della Fondation Ensemble sosterrà il ritorno dei grifoni, dei camosci appenninici e dei gamberi di fiume in Appennino centrale. Ciò contribuirà alla visione globale di rinaturalizzazione dell’area con benefici sia per la natura sia per le persone.

 Ph. Bruno D’Amicis

Focus sulle specie chiave

Una nuova sovvenzione di 130.000 euro dalla fondazione filantropica francese Fondation Ensemble è destinata a far aumentare le attività di rewilding, ovvero rinaturalizzazione, in Appennino centrale. Questi fondi, che saranno integrati da risorse di Rewilding Europe, saranno utilizzati per incrementare e/o reintrodurre le popolazioni di tre specie chiave della regione – il grifone, il camoscio appenninico e il gambero di fiume.

 

Sostegno agli avvoltoi

Grifoni (Gyps fulvus) che si nutrono di carcasse su un altopiano di montagna. Abruzzo, Appennino centrale, Italia. Ph. Bruno D’Amicis

Come tutte le specie di avvoltoi, i grifoni svolgono un ruolo fondamentale in natura quello di cibarsi di carogne, fornendo un importante servizio ecosistemico. Dalla sua reintroduzione in Appennino centrale 30 anni fa, la popolazione riproduttiva di questo maestoso spazzino ammonta oggi a circa 60 coppie nidificanti. Il nuovo finanziamento sarà utilizzato per creare due stazioni di alimentazione supplementare con l’obiettivo di attrarre almeno 250 grifoni all’anno, e possibilmente altre specie di avvoltoi, come il capovaccaio e il monaco. Questi “ristoranti per avvoltoi” non sostituiscono le carogne che trovano in natura, ma rappresentano un ulteriore supporto alla popolazione di avvoltoi, e soprattutto consentono agli allevatori di smaltire in maniera ecologica le carcasse del bestiame.

Questi fondi sosterranno anche la figura del Vulture Field Officer (Responsabile di campo per gli avvoltoi), rendendo il monitoraggio dei grifoni più efficace e puntuale, mirando così a mitigare la minaccia legata agli avvelenamenti. L’organizzazione di eventi come workshop e mostre fotografiche punterà a rendere le comunità locali orgogliose custodi di questi uccelli. L’effetto combinato di tutte queste misure vuole perseguire l’obiettivo generale di aumentare le coppie nidificanti di grifone portandole a 70 entro il 2024.

 

Il ritorno del camoscio

Camoscio appenninico (Rupicapra pyrenaica ornata) Ph. Bruno D’Amicis

Il camoscio appenninico, una sottospecie di camoscio considerata la più bella del mondo, un tempo era presente in tutti gli ambienti d’alta quota dell’Italia centro-meridionale, ma la frammentazione dell’habitat e la caccia ne ridussero l’areale al solo Parco Nazionale d’Abruzzo. Nonostante le reintroduzioni in diversi gruppi montuosi, l’attuale popolazione di circa 3500 animali resta vulnerabile. Il camoscio riveste un ruolo fondamentale nella catena alimentare degli ecosistemi in cui vive e contribuisce a migliorare la biodiversità delle praterie d’alta quota attraverso il suo pascolo.

Il nuovo contributo sosterrà la reintroduzione di almeno 24 camosci appenninici nella Riserva Naturale Monte Velino, per creare la sesta popolazione vitale nell’Appennino centrale, completando il piano di conservazione delle specie, e contribuendo alla mitigazione delle minacce dovute alla bassa variabilità genetica ed ai cambiamenti climatici. Verrà creata una posizione di Chamois Field Officer (responsabile di campo per i camosci), che gestirà per Rewilding il monitoraggio e il controllo della specie e contribuirà al coinvolgimento delle comunità locali.

 

Ripopolamento del gambero di fiume

White-clawed crayfish (Austropotamobius italicus meridionalis) object of a breeding, restocking and introduction project carried out by Rewilding Apennines. Central Apennines, Italy. 2020
Gambero di fiume (Austropotamobius italicus meridionalis) oggetto di un progetto di allevamento, ripopolamento e introduzione in Appennino centrale, Italia.

Il gambero di fiume, una specie chiave negli ecosistemi d’acqua dolce, è in declino in gran parte dell’Europa. Nel 2020 è stato condotto uno studio di fattibilità dall’esito positivo su alcuni corsi d’acqua nell’area rewilding dell’Appennino centrale. In base ai risultati di questo studio si intende attuare un programma di ripopolamento, che mira a incrementare le popolazioni locali, migliorare le condizioni ecologiche e ricostituire le catene alimentari dei corsi d’acqua.

Il nuovo finanziamento sosterrà la creazione di due nuovi centri di riproduzione dei gamberi di fiume, oltre a quello già esistente ubicato a Borrello, che vedrà il rilascio di almeno 1.000 giovani gamberi l’anno nei fiumi Gizio, Romito e Verde. Oltre al ripopolamento, i centri permetteranno di indagare l’impatto dei cambiamenti climatici e di patologie come la peste del gambero, in collaborazione con le autorità sanitarie locali.

 

Un futuro più selvaggio per l’Appennino centrale

Il declino dell’agricoltura tradizionale e lo spopolamento rurale hanno visto molte specie di animali selvatici estendere la loro presenza in tutto l’Appennino centrale, compreso il simbolo vivente di queste montagne: l’orso bruno marsicano. Per sostenere questo processo naturale, il team di Rewilding Apennines opera dal 2018 su cinque corridoi ecologici  strategici per i movimenti della fauna. Le ultime iniziative rewilding su queste specie chiave contribuiranno alla creazione di un ambiente ancora più selvaggio in Appennino centrale.

“Siamo molto grati alla Fondation Ensemble per questo finanziamento per noi così vitale”, afferma Mario Cipollone, Team Leader di Rewilding Apennines. “Ci consentirà di lavorare per rendere l’Appennino centrale più selvaggio e funzionale, grazie alla presenza maggiore e più diffusa di popolazioni di specie di elevato interesse conservazionistico. Il ritorno della fauna nella nostra regione è una risorsa sia per la natura sia per le persone”.

 

La prospettiva per le persone

Moments of Milonia, apple and bear fest in Ortona dei Marsi, October 2014. Event supported by Rewilding Apennines.
Momenti di Milonia, festa della mela e dell’orso a Ortona dei Marsi, ottobre 2014. Evento sostenuto da Rewilding Apennines.
Bruno D'Amicis

Favorire il ritorno della fauna in Appennino centrale non è solo un bene per la natura in sé, ma avrà un impatto socioeconomico positivo sulle comunità locali. Permetterà la crescita del turismo naturalistico nell’area e sosterrà la creazione di posti di lavoro legati alle iniziative di rinaturalizzazione, come le figure professionali dei Responsabili di campo per gli avvoltoi e i camosci. Aiuterà anche a riconnettere le persone con la natura, apportando benefici alla loro salute e al loro benessere.

“Il coinvolgimento delle comunità locali è sempre fondamentale per il successo delle misure di rewilding”, conclude Mario Cipollone. “Vogliamo vedere un Appennino centrale più selvaggio che rappresenti un valore aggiunto per la vita di tutti”.

“Non vedo l’ora di apprezzare gli effetti di questa iniziativa nei prossimi anni”, aggiunge Olivier Braunsteffer, direttore della Fondation Ensemble. “Non solo in relazione alle tre specie di riferimento, ma anche al beneficio per gli abitanti della zona e per lo sviluppo di una fiorente economia legata alla conservazione della natura.”

 

Una collaborazione essenziale

Il successo dell’iniziativa di rewilding su queste specie chiave dipenderà dalla collaborazione tra diversi partner. Il team di Rewilding Apennines è grato per il supporto dei Carabinieri Forestali – in particolare il Reparto Carabinieri Biodiversità di Castel di Sangro, il Parco Naturale Regionale Sirente Velino, la Riserva Regionale Montagne della Duchessa – che parteciperanno alle iniziative rewilding dedicate al camoscio appenninico e al grifone – e delle Riserve Naturali Regionali Monte Genzana Alto Gizio, Zompo Lo Schioppo e Cascate del Verde, che forniranno supporto con i centri di riproduzione dei gamberi di fiume.