Il grifone è una specie iconica ed ecologicamente importante nell’Appennino centrale italiano. Aiutato da nuovi finanziamenti, il team sta lavorando a fianco di rappresentanti di aree protette per sostenere la crescita della popolazione.
Incrementare la conservazione degli avvoltoi
Il grifone è uno degli uccelli più impressionanti d’Europa, con un’apertura alare di quasi tre metri. È anche una specie chiave, che aiuta a riciclare le carcasse degli erbivori selvatici e domestici. Nell’Appennino centrale, dove la specie è stata reintrodotta circa 30 anni fa, ci sono ora circa 64 coppie che si riproducono. Il loro numero è in crescita e attira un numero crescente di amanti della fauna selvatica e della natura nell’area.
A partire dal 2020, il team di Rewilding Apennines ha lavorato per sostenere e valorizzare i grifoni dell’Appennino Centrale, come parte degli obiettivi per favorire il ritorno della fauna selvatica e lo sviluppo di un paesaggio più selvaggio e funzionale. Queste attività sono state aiutate da due sovvenzioni – una di 130.000 euro dalla fondazione filantropica francese Fondation Ensemble (che ha le proprie misure di sostegno agli avvoltoi) e una di 35.000 euro dalla European Outdoor Conservation Association (EOCA) – una fondazione di beneficenza creata da un gruppo di aziende europee per finanziare iniziative di conservazione.
Monitoraggio
Andando avanti, la nuova sovvenzione EOCA – che si intitola “Sostenendo il Ciclo della Vita nell’Appennino centrale” – faciliterà una serie di azioni importanti. Queste saranno realizzate in collaborazione con i Carabinieri Forestali, le autorità delle aree protette, i volontari e le comunità locali.
Dopo la taggatura di 12 individui in ottobre e novembre nella Riserva Naturale di Monte Velino – e la marcatura in corso all’inizio del 2022 – 33 grifoni sono stati finora dotati con trasmettitori GPS dal team di Rewilding Apennines e dai Carabinieri Forestali. Con la nuova sovvenzione questo numero salirà a 45 entro la fine del 2023. I dati raccolti dai trasmettitori – insieme al monitoraggio tramite fototrappole e all’osservazione diretta – daranno una migliore comprensione del movimento e del comportamento degli grifoni, permettendo di prendere decisioni più informate sulla loro conservazione.
Da dicembre alla fine di febbraio, stiamo prestando particolare attenzione al sito di nidificazione dei grifoni – una roccia liscia dove gli avvoltoi trovano un compagno, fanno un nido e alla fine depongono le uova, per raccogliere dati utili ad effettuare una stima della popolazione.
Un paesaggio più sicuro
La nuova sovvenzione vedrà anche un aumento del numero di pattugliamenti effettuati dall’Vulture Field Officer, insieme ai Carabinieri Forestali e ai volontari. Questo renderà il paesaggio dell’Appennino centrale più sicuro per gli avvoltoi e per tutte le specie selvatiche, permettendo di localizzare gli animali avvelenati e di rimuovere le carcasse contaminate. Le esche e le carcasse avvelenate sono spesso messe dagli agricoltori con l’obiettivo di eliminare lupi, volpi e altre specie considerate come una minaccia per il bestiame e dai cercatori di tartufi per limitare la concorrenza di altri cani. Questo può avere un effetto disastroso sugli avvoltoi, che si nutrono ampiamente di queste carogne.
La marcatura GPS degli avvoltoi aiuta il team di monitoraggio perché la raccolta di molti segnali in un luogo indica tipicamente la presenza di una carcassa, che può poi essere campionata per vedere se è avvelenata. Le trappole fotografiche sono a volte posizionate sul luogo delle carcasse per rilevare la presenza di altri spazzini e della fauna selvatica in generale – questa pratica ha permesso al team di rewilding di registrare recentemente il primo avvistamento confermato di un grifone dalla Grecia. Tutti gli avvistamenti di fauna selvatica, le posizioni delle carcasse, i casi di avvelenamento e i dati GPS sono registrati in EarthRanger, consentendo un’analisi di monitoraggio integrata.
Quest’anno il Rewilding Apennines si impegnerà anche in controlli delle turbine eoliche e delle linee elettriche per rilevare gli uccelli morti, stimare i rischi di collisione e pianificare misure per ridurre tale rischio.
Spirito comune, beneficio comune
Oltre alle misure di conservazione dirette, abbiamo anche in programma di organizzare escursioni ed eventi legati ai grifoni nella zona. Questi aumenteranno la consapevolezza dell’importanza ecologica degli uccelli e dei benefici che forniscono alle comunità locali, il che sarà motivo di orgoglio.
Dal punto di vista della comunità, il Field Officer di Rewilding Apennines Nicolò Borgianni ci tiene a sottolineare la vasta gamma di stakeholder ora coinvolti nella conservazione dei grifoni nell’Appennino centrale.
“Dalle autorità veterinarie e dei parchi, alle ONG, agli agricoltori, ai turisti e agli imprenditori turistici, tutti stanno lavorando insieme per proteggere e valorizzare la popolazione di questa maestosa e importante specie. Non solo vogliamo ridurre le minacce che i grifoni affrontano, ma anche garantire che più persone godano della loro presenza”.