Perché ripristinare gli ecosistemi fluviali?
La biodiversità acquatica è tra le più minacciate dalle attività umane in assoluto.
Molti pesci come trote, lamprede, storioni e anguille migrano per riprodursi, nutrirsi e completare il loro ciclo vitale, rendendo unici gli ambienti che abitano e le reti alimentari di cui fanno parte. La loro presenza è sinonimo di salute degli ecosistemi fluviali e quindi di tutti gli habitat ad essi collegati. Ma la maggior parte delle specie ittiche migratorie è gravemente minacciata dal degrado dei fiumi e dalla presenza di barriere artificiali come dighe e sbarramenti.
Sono molte le minacce che gravano sui fiumi e che oggi ne causano, in tutto il mondo, una grande sofferenza. Il prelievo di acqua, il consumo insostenibile del suolo, l’invasione di specie aliene e la frammentazione dell’habitat dovuta all’uso massiccio di barriere fluviali sono tra le principali.
Ma negli ultimi anni è nato un movimento – Dam Removal Europe – che sta crescendo e diventando sempre più popolare tra le fila degli attivisti della natura. L’obiettivo di Dam Removal Europe è affrontare questo grave problema con azioni concrete di rimozione delle barriere. Anche Rewilding Europe sostiene queste azioni, cruciali per implementare i processi di rewilding dei fiumi.
Come spesso denunciato da Dam Removal Europe, con il tempo queste barriere diventano punti in cui si accumulano i sedimenti, che a loro volta minacciano l’integrità strutturale degli alvei, dei delta e di conseguenza di habitat molto preziosi, già sottoposti ad altre minacce come l’inquinamento e i cambiamenti climatici. Del resto gli sbarramenti artificiali quasi mai prevedono strutture che aiutano il passaggio dei pesci, i quali finiscono per non poter completare la loro migrazione stagionale lungo rotte che si sono definite nel corso di millenni di evoluzione.