Il cuore selvaggio d’Italia

Bruno D'Amicis. Rewilding Europe

Il cuore selvaggio d’Italia

L’Appennino centrale è caratterizzato da una ricca diversità di ecosistemi e, quindi, anche di specie selvatiche. Tra gli habitat più importanti vi sono le faggete, le radure scoscese e le praterie d’alta quota.

Chi avrebbe mai pensato di poter osservare lupi e orsi nel loro ambiente naturale ad appena un’ora e mezza dalla “città eterna” di Roma?

Gli Appennini sono la seconda catena montuosa principale d’Italia, che si estende per centinaia di chilometri da nord a sud lungo l’asse principale del paese.

Estese foreste di faggio, molte delle quali vetuste e probabilmente tra le più antiche d’Europa, ricoprono i rilievi montani in molte aree. Tra i grandi alberi e i loro fusti coperti di muschi vivono grandi popolazioni di erbivori selvatici quali cervi, caprioli e cinghiali. In molti luoghi queste specie condividono i loro habitat con grandi mandrie di cavalli semi selvatici e bovini, e insieme rappresentano le prede principali dei lupi, la cui densità in alcune aree dell’Appennino è probabilmente la più alta d’Europa.

L’abitante più carismatico e famoso delle foreste montane, qui, è l’orso bruno marsicano, una sottospecie endemica di questa regione.


Natura più selvaggia
ESPLORA
Ritorno di flora e fauna selvatiche
ESPLORA
Economie basate sulla natura
ESPLORA
Il ruolo delle persone
ESPLORA

Visione rewilding

Ogni area rewilding ha una visione stimolante che mostra l’ambizione di Rewilding Europe per i prossimi dieci anni. Insieme ai nostri partner locali lavoriamo per trasformare questa visione in realtà.

  • L’Appennino centrale è oggi un vero serbatoio di biodiversità, con una vera natura selvaggia nel cuore della frenetica Italia, a solo un’ora e mezza da Roma. L’Appennino centrale, un imponente catena di picchi calcarei che raggiungono un’altitudine massima di circa 3.000 metri che nasconde grotte, profondi canyon, alcune delle faggete più antiche d'Europa e una vasta gamma di praterie – abitato da orso bruno marsicano, lupo grigio, camoscio appenninico, cervo, aquila reale, avvoltoi e da un’incredibile serie di endemismi. Ciò fornisce opportunità per vere esperienze di natura mediterranea selvaggia in Appennino – il cuore selvaggio dell’Italia.
  • Poiché lungo tutto il percorso dagli altipiani alle pendici delle montagne, l'allevamento tradizionale del bestiame e l'agricoltura di montagna sono stati sempre più abbandonati per motivi socioeconomici, la natura qui è stata lasciata a un processo di rinaturalizzazione (rewilding). A vaste aree è stato permesso di diventare molto più selvagge di prima. Grandi erbivori, carnivori e necrofagi stanno tornando al loro numero naturale in questo ricco paesaggio a mosaico. Le persone, che prima faticavano a rimanere nei loro paesi guadagnandosi da vivere secondo lo stile tradizionale, ora hanno trovato nuove fonti di reddito aggiuntive o alternative legate alla fauna selvatica, ai valori e alla natura selvaggia.
  • In combinazione con la vendita di prodotti dalle aree circostanti in cui le persone utilizzano ancora il paesaggio in modi tradizionali e sostenibili, questa è una parte vitale del reddito delle comunità nella regione. I cambiamenti nell'uso del suolo, l'esodo rurale, la perdita di biodiversità e l’indebolimento della cultura tradizionale si sono trasformati in nuove opportunità, attirando imprenditori giovani e meno giovani, nonché molti visitatori più e meglio paganti provenienti da fuori regione, anche da lontano. Diverse aree rewilding centrali, che hanno regimi di non cattura, sono collegate attraverso corridoi ecologici e aree naturali e circondate da zone a diverso tipo e livello di uso sostenibile.
  • Il turismo legato all’osservazione della fauna selvatica è abbinato ad altre opportunità di business, trasformando i problemi dell'abbandono della terra e del conflitto uomo - fauna selvatica in grandi opportunità. Accordi con proprietari terrieri, comunità, cacciatori e allevatori di bestiame consentono la costituzione di una rete di diverse esperienze di natura selvaggia. Prodotti tradizionali, come il formaggio di pecora, il miele di fiori di montagna ed erbe selvatiche, sono prodotti in tandem con la natura selvaggia. Le persone che vivono qui apprezzano davvero le nuove opportunità offerte da questo innovativo insieme di qualità in una prospettiva moderna e più redditizia.
  • L’Appennino centrale è oggi un vero serbatoio di biodiversità, con una vera natura selvaggia nel cuore della frenetica Italia, a solo un’ora e mezza da Roma. L’Appennino centrale, un imponente catena di picchi calcarei che raggiungono un’altitudine massima di circa 3.000 metri che nasconde grotte, profondi canyon, alcune delle faggete più antiche d'Europa e una vasta gamma di praterie – abitato da orso bruno marsicano, lupo grigio, camoscio appenninico, cervo, aquila reale, avvoltoi e da un’incredibile serie di endemismi. Ciò fornisce opportunità per vere esperienze di natura mediterranea selvaggia in Appennino – il cuore selvaggio dell’Italia.
  • Poiché lungo tutto il percorso dagli altipiani alle pendici delle montagne, l'allevamento tradizionale del bestiame e l'agricoltura di montagna sono stati sempre più abbandonati per motivi socioeconomici, la natura qui è stata lasciata a un processo di rinaturalizzazione (rewilding). A vaste aree è stato permesso di diventare molto più selvagge di prima. Grandi erbivori, carnivori e necrofagi stanno tornando al loro numero naturale in questo ricco paesaggio a mosaico. Le persone, che prima faticavano a rimanere nei loro paesi guadagnandosi da vivere secondo lo stile tradizionale, ora hanno trovato nuove fonti di reddito aggiuntive o alternative legate alla fauna selvatica, ai valori e alla natura selvaggia.
  • In combinazione con la vendita di prodotti dalle aree circostanti in cui le persone utilizzano ancora il paesaggio in modi tradizionali e sostenibili, questa è una parte vitale del reddito delle comunità nella regione. I cambiamenti nell'uso del suolo, l'esodo rurale, la perdita di biodiversità e l’indebolimento della cultura tradizionale si sono trasformati in nuove opportunità, attirando imprenditori giovani e meno giovani, nonché molti visitatori più e meglio paganti provenienti da fuori regione, anche da lontano. Diverse aree rewilding centrali, che hanno regimi di non cattura, sono collegate attraverso corridoi ecologici e aree naturali e circondate da zone a diverso tipo e livello di uso sostenibile.
  • Il turismo legato all’osservazione della fauna selvatica è abbinato ad altre opportunità di business, trasformando i problemi dell'abbandono della terra e del conflitto uomo - fauna selvatica in grandi opportunità. Accordi con proprietari terrieri, comunità, cacciatori e allevatori di bestiame consentono la costituzione di una rete di diverse esperienze di natura selvaggia. Prodotti tradizionali, come il formaggio di pecora, il miele di fiori di montagna ed erbe selvatiche, sono prodotti in tandem con la natura selvaggia. Le persone che vivono qui apprezzano davvero le nuove opportunità offerte da questo innovativo insieme di qualità in una prospettiva moderna e più redditizia.

 

“Questo è davvero il cuore selvaggio dell’Italia!”


Mario Cipollone
Team Leader dell’area in Appennino centrale
Come caratterizzeresti la tua area rewilding?
Centri storici e paesaggi spettacolari con eccezionali opportunità di vivere la maestosa fauna selvatica e le esperienze selvagge a breve distanza da Roma. Orsi bruni, lupi, grandi ungulati e grandi rapaci sono le principali attrazioni, completate da ottimo cibo, vino e ospitalità italiani, insieme all’opportunità di incontrare proprietari di bestiame, gente di montagna e assaporare la loro cultura unica. Invito ogni amante della natura a venire qui e a godere di ciò che la nostra natura sorprendente può offrire nel modo più rispettoso. Questo è davvero il cuore selvaggio dell’Italia!

Quali sono stati i risultati più importanti nella tua area rewilding fino ad oggi?
In qualità di project manager per il team di Salviamo l’Orso, sono stato coinvolto in una serie di importanti risultati:

  • Creazione della prima “Comunità a Misura d’Orso” attraverso la distribuzione e installazione di recinzioni elettrificate e cassonetti dei rifiuti a prova di orso e la sensibilizzazione delle comunità locali per prevenire i conflitti uomo-orso con una drastica riduzione dei danni legati all’orso. Questa azione di conservazione ben riuscita è stata ora estesa a diverse aree dell’intero areale dell’orso bruno marsicano.
  • Mitigazione degli incidenti stradali legati all’orso attraverso l’installazione di riflettori visivi e acustici stradali, di segnaletica stradale e la riduzione del limite di velocità sulla Strada SR83 a 70 km/h.
  • Riduzione dei conflitti tra orsi e apicoltura mettendo in sicurezza diversi apiari con recinzioni elettriche, pagando un risarcimento per i danni alle proprietà non protette e promuovendo buone pratiche a misura d’orso.
  • Promozione di prodotti che rispettano gli orsi, creando un ulteriore incentivo per gli imprenditori locali a proteggere questi preziosi animali.
  • Organizzazione di programmi di volontariato che coinvolgono studenti italiani e stranieri in azioni di conservazione, portando nuova vita ed energia alle comunità locali.

Tutte queste azioni, pur mirate specificatamente a incrementare la popolazione locale di orsi, stanno avendo anche un impatto positivo più ampio sugli ecosistemi dell’Appennino centrale.

Cosa ti piacerebbe vedere realizzato nella tua area rewilding nei prossimi cinque anni?

Nei prossimi cinque anni vorrei vedere una crescita significativa della popolazione di orsi marsicani con un’estensione della sua area centrale, il ritorno di uccelli necrofagi e rapaci che abitavano questa zona prima che la caccia e l’avvelenamento prendessero il loro tributo e l’espansione della lontra europea nei nostri fiumi. Vorrei anche vedere una maggiore consapevolezza ambientale tra i nostri stakeholder locali e una maggiore adozione delle migliori pratiche per la coesistenza con la fauna selvatica, che costituiscono la base dei nostri sforzi di conservazione.

I componenti italiani dell’European Rewilding Network

Rewilding Apennines collabora con i componenti italiani dell’European Rewilding Network per rilanciare il movimento rewilding nel Paese e per affiancare le loro iniziative.

Contattaci

 

Rewilding Apennines

Via San Giorgio 5, Loc. Casali d’Aschi
67055 Gioia dei Marsi (AQ)
CF: 90052860666

info@rewilding-apennines.com

PEC: rewildingapennines@pec.it

 

Statuto di Rewilding Apennines

Volantino di Rewilding Apennines