Una mappa per migliorare la convivenza con i grandi predatori

Aprile 17, 2023

La conservazione dei grandi carnivori passa anche attraverso la convivenza con l’essere umano. Una mappa innovativa, creata grazie alla collaborazione tra scienziati e comunità locali, evidenzia le aree critiche e contribuisce alla pianificazione di misure di convivenza e conservazione studiate per adattarsi alle esigenze del territorio.

L’orso bruno marsicano, sottospecie unica e a rischio di estinzione dell’Appennino centrale, è l’animale fulcro di questa ricerca.
Bruno D'Amicis

Non esiste conservazione senza convivenza e chiunque si occupi di rewilding lo sa bene. Di qualunque specie si tratti, endemica di una piccola area come l’orso marsicano o diffusa in tutta Europa come il lupo, non c’è piano di conservazione che possa esimersi dall’affrontare il tema della coesistenza uomo-fauna. Tema che diventa oltremodo centrale quando la specie in questione appartiene al gruppo dei grandi carnivori. Paula Mayer – appassionata e studiosa del rewilding, frequenta l’Appennino centrale sin dal 2019, quando è stata volontaria di Rewilding Apennines e Salviamo l’Orso – e il suo team hanno approcciato la questione da un innovativo punto di vista, realizzando uno studio partecipativo sulla coesistenza tra uomo e orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus) in un’area di 1.006 km2 tra il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il Parco Regionale Sirente Velino e la Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio. Il risultato è una mappa che evidenzia i temi e le aree critiche per la convivenza, tenendo in considerazione sia il punto di vista delle comunità locali che le necessità degli orsi, per dare ai decisori gli strumenti per studiare e applicare misure di coesistenza adattate ai bisogni di ciascuna comunità (Paula Mayer, Adrienne Grêt-Regamey, Paolo Ciucci, Nicolas Salliou, Ana Stritih – Mapping human- and bear-centered perspectives on coexistence using a participatory Bayesian framework. Journal for Nature Conservation, Volume 73, 2023).

 

Coesistenza: la grande sfida del nostro tempo

Negli ultimi decenni le popolazioni di specie all’apice della catena alimentare hanno conosciuto un periodo di crescita e diffusione in tutto il territorio europeo. La tutela da parte degli stati membri, l’aumentata estensione delle aree protette e l’aumento delle popolazioni di ungulati selvatici hanno permesso a specie come lupo e orso di recuperare terreno nella lotta all’estinzione. Il supporto dell’opinione pubblica è stato fondamentale per raggiungere questi risultati. La coesistenza tra uomo e fauna è una pietra angolare della conservazione, senza la quale gli sforzi degli scienziati non otterrebbero gli stessi risultati. Al giorno d’oggi, però, la coesistenza con i grandi carnivori è anche una delle più grandi sfide per la conservazione.

La convivenza con i grandi predatori dipende da diversi fattori: se da un lato i carnivori sono fondamentali per la salute degli ecosistemi e alimentano il crescente fenomeno del turismo naturalistico, dall’altro possono essere fonte di preoccupazione poiché possono minacciare la sicurezza degli animali domestici e da reddito e, in rari casi, anche quella delle persone. Dunque, dal punto di vista delle comunità locali il rapporto con gli animali selvatici ha effetti più o meno tangibili a livello sociale ed economico. Dal punto di vista della fauna, le attività umane possono determinare modifiche al comportamento e alle abitudini dei singoli soggetti e talvolta rappresentare una minaccia per la loro salute e sopravvivenza con effetti a lungo termine sull’intera popolazione.

Molto spesso l’analisi del rapporto uomo-fauna assume i toni di una contrapposizione, tant’è che si parla molto più di conflitto che di convivenza. Gli studi effettuati finora hanno spesso e volentieri analizzato la questione solo dal punto di vista delle attività umane o da quello del disturbo antropico sugli animali selvatici, polarizzando la discussione. Modelli come quello proposto dallo studio di Paula Mayer e colleghi, invece, analizzano entrambe le facce della medaglia del delicato equilibrio che caratterizza la convivenza tra uomo e grandi carnivori, integrando gli aspetti sociali e quelli ecologici in linea con i più moderni obiettivi del rewilding. Attraverso questa integrazione, che tiene in considerazione le esperienze, le conoscenze e l’opinione di chi vive il territorio, è possibile studiare piani di conservazione dei grandi carnivori che siano a misura di comunità, sia umane sia animali.

L’orso bruno marsicano, sottospecie unica ea rischio di estinzione dell’Appennino centrale, è l’animale fulcro di questa ricerca.
Mayer et ak., 2023

 

Piani a misura di comunità

Attraverso tre serie di interviste ad esperti e cittadini e una mappatura dei movimenti degli orsi sul territorio grazie ai dati forniti da Salviamo l’Orso e Rewilding Apennines, gli scienziati sono stati in grado di analizzare le caratteristiche della coesistenza tra uomo e orso in maniera capillare.

Nel territorio del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (zona sud della mappa), dove l’orso è attrazione turistica tanto quanto risorsa ecologica, la presenza di questo animale è vista in maniera positiva. La stessa tendenza è evidenziata nella Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio e nella Riserva Regionale Gole del Sagittario. L’accettazione della convivenza è influenzata da molteplici fattori, inclusa la possibilità di accedere in modi diversi alle risorse naturali (ad esempio passeggiare nei boschi o andare in cerca di tartufi) e l’entità degli indennizzi offerti dalle istituzioni in caso di danni da orso.

"Speed kills bears" sign placed along road SP 83 to inform drivers about collision risks. Campaign partly funded by Rewilding Apennines and the Segré Foundation. Abruzzo, Italy. June 2014.
La mappa rappresenta l’analisi della convivenza uomo-orso nell’area selezionata. A sinistra (a) la piccola mappa raffigura l’idoneità dell’orso, a destra (b) la tolleranza umana alla presenza dell’orso. La mappa combinata (c) al centro tiene conto sia dei fattori sociali che di quelli ecologici.
Bruno D'Amicis

L’area centrale della mappa è caratterizzata da una convivenza con l’orso decisamente più critica. In questa zona l’habitat ideale per l’orso e i corridoi ecologici che ne permettono gli spostamenti si sovrappongono ad aree utilizzate per la caccia, la ricerca di tartufi e l’agricoltura. Nell’area a nord, invece, la convivenza è strettamente legata alle attività tipiche delle comunità locali. Il territorio è ricco di corridoi ecologici per l’orso, i quali però spesso si sovrappongono a una rete stradale molto fitta, possibile teatro di incidenti, e ad aree utilizzate per il turismo sciistico.

Avvelenamenti, incidenti stradali e accidentali ferite da arma da fuoco sono, invece, le principali cause di morte per gli orsi nelle aree analizzate. Un altro problema legato alla convivenza è la popolarità che questi animali hanno raggiunto sui social media che porta le persone a cercare di avvicinarli a tutti i costi, disturbandoli e aumentando il rischio di incidenti.

Lo studio ha evidenziato le misure più efficaci per migliorare la convivenza uomo-fauna a seconda delle esigenze delle singole aree. Le campagne di informazione verso turisti e allevatori sono tra le misure più largamente segnalate come necessarie, assieme alla messa in sicurezza delle strade e al monitoraggio della presenza di bocconi avvelenati.

Mappa dell’area interessata dallo studio. La mappa a sinistra (a) analizza il territorio in base alle risorse disponibili per gli orsi e ai loro spostamenti; la mappa a destra (b) rileva la tolleranza dell’uomo nei confronti dell’orso in base ai questionari somministrati a esperti e cittadini. La mappa al centro (c) combina le due immagini precedenti e analizza sia i fattori ecologici che quelli sociali.
Mayer et al., 2023

 

Uno strumento per il futuro

La coesistenza tra esseri umani e grandi carnivori è influenzata da numerosi fattori, naturali e antropici. La mappa realizzata grazie ai dati raccolti durante lo studio offre un quadro particolareggiato della situazione attuale e tiene in considerazione tutte le sfumature del territorio. Si tratta di un nuovo strumento a disposizione di tutti coloro che, come Rewilding Apennines, si occupano della conservazione dei grandi predatori senza voler tralasciare l’importantissimo ruolo che le comunità locali e le loro economie rivestono in questo delicato processo. Studiare piani a misura di comunità facilita la coesistenza tra persone e fauna e ci fa compiere un altro passo verso la conservazione di specie a rischio come l’orso marsicano.