Un evento pubblico vuole a far conoscere al pubblico i molteplici ruoli ecologici del gambero di fiume, le minacce per la sopravvivenza di questa sottospecie unica dell’Appennino centrale e l’impegno nel rewilding di organizzazioni ed enti per il suo ritorno nei corsi d’acqua.
Quanti di voi conoscono il gambero di fiume? E quanti sono consapevoli dell’importante ruolo chiave che questa specie – o meglio, questa sottospecie unica per l’Appennino centrale, Austropotamobius italicus meridionalis – riveste per tutto l’ecosistema fluviale in cui vive?
L’evento “Il ritorno del gambero di fiume” che si terrà a Borrello (CH) il prossimo 26 novembre ha proprio l’obiettivo di mettere insieme tutte le conoscenze e competenze, locali e non, su questa specie che ad oggi è ancora in pericolo di estinzione e divulgarle al pubblico. La sua presenza nei nostri fiumi e torrenti è un importante indicatore della qualità dell’ecosistema fluviale, è una specie chiave, per cui tutelare il gambero di fiume significa tutelare la risorsa acqua anche a beneficio di noi esseri umani.
L’iniziativa è organizzata da Rewilding Apennines in collaborazione con il Comune di Borrello, la Riserva Naturale Cascate del Verde, l’ARCI Pesca FISA e l’Hotel Rifugio dei Sanniti, presso cui si svolgerà l’evento. Al mattino si terrà una visita guidata della Riserva Cascate del Verde e del Centro di Riproduzione del Gambero di Fiume di Borrello. Qui Rewilding Apennines, insieme ai partner locali e al supporto di Rewilding Europe e Fondation Ensemble, sta portando avanti un programma di riproduzione del gambero per effettuare rilasci in natura nel corso del tempo e, quindi, accrescerne la popolazione. Infatti, nell’ultimo decennio il gambero di fiume ha subito un forte declino nel Fiume Verde e in molti altri corsi d’acqua dell’Appennino centrale a causa dell’afanomicosi o peste del gambero, introdotta da specie di gamberi non autoctoni, e del cambiamento climatico, che sta riscaldando i livelli di temperatura dell’acqua dolce e determinando periodi prolungati di siccità. Non ultimo, il bracconaggio, resta una grave minaccia verso il cui contrasto giocano un ruolo chiave organizzazioni di vigilanza ittica come l’ARCI Pesca FISA.
Il pomeriggio è previsto un convegno aperto a tutti, durante il quale saranno molti i contributi istituzionali, tecnico-scientifici e operativi dedicati alla conservazione del gambero di fiume. Oltre alla presenza del Sindaco di Borrello, Armando Di Luca, e del Direttore della Riserva Naturale Cascate del Verde, Amelio Ferrari, sono stati invitati amministratori e funzionari regionali e provinciali competenti. Mario Cipollone, team leader di Rewilding Apennines, parlerà delle iniziative rewilding dedicate alla specie, condotte non solo a Borrello, e introdurrà il primo intervento tecnico-scientifico di Tommaso Pagliani, biologo esperto del gambero di fiume e consulente di Rewilding Apennines. Seguiranno Giovanni Di Paolo dell’ASL 2 Abruzzo in tema di afanomicosi, Giuseppe Di Renzo, gestore del centro di riproduzione di Borrello, Daniela Ghia, ricercatrice del Laboratorio Acque Interne dell’Università di Pavia, con l’esperienza del progetto LIFE CLAW, Giuseppe Zappetti dell’ARCI Pesca FISA con il prezioso lavoro di sorveglianza volontaria dei fiumi della Provincia di Chieti, Antonella Gabini e Serena Ciabò della Regione Abruzzo con il ruolo e gli strumenti istituzionali per la gestione del gambero e del suo habitat. A conclusione l’intervento di Marco Carafa, del Parco Nazionale della Maiella, amplierà la visione dell’ecosistema fluviale col contributo del LIFE Stream dedicato al recupero della trota mediterranea nativa (Salmo cettii). Il convegno terminerà poi con una discussione finale auspicando impegni e progetti futuri per la conservazione del gambero di fiume e del suo habitat.
“L’impegno per la tutela del gambero di fiume e per favorire il suo ritorno nei corsi d’acqua dell’Appennino centrale ci rende molto orgogliosi, perché siamo convinti che accrescere le popolazioni di questa specie sia indispensabile per ripristinare ed estendere il ruolo chiave che essa svolge nella catena alimentare dei nostri fiumi.”, afferma Mario Cipollone, team leader di Rewilding Apennines.