Premiazione “Racconti Selvatici 2025”: i fiumi tornano a parlare attraverso la narrativa

Settembre 7, 2025

La seconda edizione del concorso letterario internazionale lanciato da Rewilding Apennines premia tre opere che celebrano i fiumi e il ripristino fluviale.

Lettura delle motivazioni della Giuria per il primo classificato, Samuele Cerquetti.
Angela Tavone

Il 23 agosto 2025, tra le vie e le piazze del centro storico di Pescina, nel cuore della valle del Giovenco, si è svolta la cerimonia di premiazione della seconda edizione di “Racconti Selvatici”, il concorso letterario internazionale promosso da Rewilding Apennines. Dopo il successo della prima edizione, dedicata a denunciare l’uso del veleno contro la fauna selvatica, questo secondo appuntamento ha invitato gli autori a confrontarsi sul tema “Fiume e ripristino fluviale”, mettendo al centro della narrazione il ruolo vitale dei corsi d’acqua e la necessità di restituire loro la complessità ecologica originaria.

I fiumi non sono solo corsi d’acqua: sono simboli di continuità, trasformazione e memoria delle comunità che li vivono. Tuttavia, decenni di modifiche antropiche – canalizzazioni, prelievi, inquinamento – ne hanno alterato profondamente l’equilibrio. Restituire vitalità ai fiumi significa non solo favorire la biodiversità, ma anche riscoprire un legame autentico e consapevole con la nostra storia e il paesaggio. Questo messaggio è al cuore dei 13 racconti ricevuti da 12 autori, tutti capaci di emozionare per la profondità dei temi affrontati e per la sensibilità con cui hanno saputo raccontare questo legame tra l’uomo e il fiume.

Un momento della premiazione con l’Assessore del Comune di Pescina Antonio Odorisio.
Daniela Gentile

La giuria, composta da Mario Cipollone (Team Leader di Rewilding Apennines e autore di opere narrative), Angela Tavone (Responsabile della Comunicazione di Rewilding Apennines) e Daniela Gentile (Esperta di Comunicazione di Rewilding Apennines), ha affrontato una scelta difficile. Alla fine, tre racconti hanno saputo distinguersi per originalità, capacità narrativa e aderenza al tema del rewilding.

Primo classificato: “Trattieni il respiro con me”, di Samuele Cerquetti

“Trattieni il respiro con me” riesce a trasmettere in due sole pagine il profondo legame tra l’acqua e la vita, al punto che il fiume, un ambiente abiotico, si direbbe in ecologia, è voce narrante e assume la vitalità degli innumerevoli organismi che ospita e che conoscono, unici a cui è concesso, il suo vero nome. L’uomo appare a tratti un’entità estranea, prevaricatrice, nemica, che usa il fiume come uno schiavo, prendendo ciò che gli serve e maltrattando il resto, finché nel fallimento della vita, che è rappresentato dal tentativo di suicidio del protagonista umano in un momento di debolezza e fragilità, ancor più paradossale perché si verifica a diciassette anni, avviene la congiunzione tra l’anima dello sventurato e lo spirito dell’elemento acqueo nel quale si scaraventa per porre fine alla propria esistenza. Sebbene prostrato dalle condizioni di inquinamento e prelievi a cui l’umanità lo sottopone, il fiume sostiene il corpo del giovane nelle proprie acque, che assolvono ancora una volta alla loro missione vitale, impedendo che il gesto tragico e contro natura si compia. Il respiro è l’interruttore della vita: la funzione che separa il protagonista fiume dal protagonista uomo.

Trattenere il respiro è la facoltà che consente di immergersi senza annegare, la lingua usata dai due protagonisti per comunicare in apnea il tempo sufficiente prima di tornare ciascuno alla propria preziosa esistenza. La ricchezza di contenuti che permea questo racconto breve è sorprendente, ma la giuria vuol porre in evidenza solo un altro elemento di riflessione, lasciando ai lettori il piacere della scoperta e dell’analisi più approfondita: il tempo. L’autore, attraverso il punto di vista della voce narrante, manifesta la diversa concezione del tempo per il fiume, consapevole che, attraverso le ere geologiche, sopravvivrà alla sciagurata “gestione” umana che subisce, e per l’essere umano che appare di nuovo a distanza di anni, cambiato ma riconoscibile, per sdebitarsi e curarlo dei mali dell’umanità, come l’inquinamento.

Il racconto si conclude con la promessa mantenuta dal protagonista umano di sdebitarsi con il fiume che lo ha salvato, dimostrando che con buona volontà, coscienza, perseveranza e solidarietà, rappresentata dalla partecipazione di altre persone, si possono ottenere risultati sorprendenti in un tempo relativamente breve, cogliendo uno dei princìpi del rewilding, ovvero il ripristino delle funzioni ecologiche a beneficio degli ecosistemi e delle comunità umane che li abitano, attraverso alcune azioni correttive delle alterazioni apportate dall’uomo, lasciando che poi la natura faccia il resto.

Premiazione del primo classificato Samuele Cerquetti.
Angela Tavone

Secondo classificato: “Lo strano caso della trota scomparsa”, di Claudia Costa

Ne “Lo strano caso della trota scomparsa”, l’autrice racconta con ritmo avvincente, a partire dal titolo, che evoca mistero, indagine e scoperta, l’avventura mattutina di Luigi, un bambino che marina la scuola per assecondare “il richiamo della natura”, rappresentato per lui dal fiume e dalla pesca. Non può essere ignorato il riferimento nel testo, anche se implicito, al benessere che la vicinanza agli elementi naturali apporta a noi esseri umani, in particolare ai più piccoli, alla necessità di mantenere il più possibile integri questi ambienti proprio affinché possano assolvere al meglio alla loro funzione benefica e agli insegnamenti che le attività pratiche trasmettono in maniera più diretta, autentica e indelebile, sebbene spesso imprevista, del nozionismo del quale è in larga misura impregnato il sistema scolastico italiano.

Un altro elemento chiave della storia è quello della memoria, attraverso il ricordo, custodito dai nonni, di un animale così emblematico per la fauna acquatica come solo i predatori apicali possono essere: la lontra. Non è un caso che la generazione dei genitori del piccolo protagonista sia quella che ha negato, o alla quale è stata negata, a seconda delle ripercussioni a volte occulte degli interventi umani sulle dinamiche naturali, la presenza di questo animale così evocativo, sacrificato, insieme a tanti altri organismi dai quali dipende, sull’altare dello sviluppo economico, che ha portato alla alterazione dell’ecosistema fluviale. L’insieme di queste relazioni tra specie e la qualità del loro habitat non sfugge all’autrice, un’assidua seguace del rewilding. Infatti, nella conclusione del racconto si evince la certezza, più della speranza, che il ritorno della lontra, fenomeno che si sta realmente verificando in buona parte dell’Italia peninsulare, sia dipeso dal fatto che sono state poste in essere quelle pratiche di tutela della specie e riqualificazione fluviale che buona parte dei decisori politici, spesso su pressione di alcuni interessi economici insostenibili, stenta ancora a riconoscere salvifiche della risorsa acqua, alla quale è così strettamente legata la vita e la prosperità delle civiltà che ne fanno uso.

Angela Tavone – Communication Manager di Rewilding Apennines con la targa di premiazione della seconda classificata Claudia Costa, che purtroppo non ha potuto partecipare alla premiazione.
Daniela Gentile

Terzo classificato: “Il fiume amnesico”, di Fabiano Pirozzi

Ne “Il fiume amnesico” l’autore conferma il registro musicale che contraddistingue la sua produzione letteraria. Le parole e le emozioni che esse suscitano si trasformano in note e brani musicali, un incantesimo che riesce a dare vita a un essere inanimato come il fiume senza che il lettore si accorga dell’inganno.

Il filo conduttore è l’amnesia del fiume, metafora della dimenticanza collettiva dell’uomo: dimenticanza delle relazioni antiche con la natura, dei gesti quotidiani che un tempo legavano l’essere umano all’acqua come fonte di vita e di comunità.

Quando il fiume finalmente recupera la memoria, non è più soltanto un corso d’acqua che ritrova le proprie curve, ma diventa simbolo della possibilità di riscatto dell’umanità, riconoscendone la capacità di ravvedersi. Il tono ironico che l’autore imprime alla storia riesce a stemperare un tema serio – la violenza dell’uomo sulla natura, l’imbrigliatura forzata dei fiumi, la perdita del loro ruolo vitale nell’ecosistema – senza mai scadere nel moralismo, trasformando invece la denuncia ecologica in una fiaba moderna, capace di lasciare al lettore certamente un retrogusto amaro, ma soprattutto una scintilla di speranza.

Premiazione del terzo classificato Fabiano Pirozzi.
Angela Tavone

La cerimonia non si è limitata alla premiazione degli autori: i racconti letti ad alta voce hanno permesso a tutti i presenti di immergersi nelle storie dei fiumi e di percepire, anche emotivamente, l’importanza della loro tutela. La Valle del Giovenco ha fornito una cornice significativa, simbolo della bellezza e fragilità degli ecosistemi fluviali, minacciati da cambiamenti climatici, siccità e prelievi eccessivi, recentemente anche al centro del ricorso contro il progetto irriguo approvato dalla Regione Abruzzo per la Piana del Fucino che noi di Rewilding Apennines insieme ad altre associazioni abbiamo presentato al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche.

La giuria ha sottolineato che sarà data ampia diffusione a tutte le opere, come avvenuto con la prima edizione, i cui testi sono stati raccolti in un volume bilingue grazie alla collaborazione con Edizioni Menabò, e che è possibile acquistare scrivendo a info@rewilding-apennines.com (il costo di copertina è 12 € a cui aggiungere quello di spedizione per l’Italia: 1,45 € senza tracciabilità e 4,80 € con tracciabilità). I piccoli proventi contribuiranno alle iniziative dell’associazione per la tutela e il ripristino degli ecosistemi.

Questa seconda edizione di “Racconti Selvatici” conferma che la narrativa non è solo intrattenimento, ma uno strumento potente per sensibilizzare, emozionare e coinvolgere sul tema della conservazione della natura e del rewilding. Attraverso le parole degli autori, i fiumi tornano a parlare, ricordandoci che la tutela della biodiversità è una responsabilità collettiva, ma anche una storia di speranza e rinascita.

Visione del film “Giovenco. Il ritorno del fiume sacro” di Bruno D’Amicis durante la premiazione.
Angela Tavone